Nella continua evoluzione dell’ambito ambientale, è sempre proficuo e stimolante analizzare l’approccio dei progetti di altri paesi al fine di arricchire la riflessione su più fronti e rivalutare alcuni punti sotto una nuova luce.
Le riforme avviate per la valorizzazione dei rifiuti organici a livello europeo, rispondono all’obbligo di recepimento della direttiva 2018/851 relativa ai rifiuti nel pacchetto «Circular economy», che impone la raccolta differenziata per i rifiuti organici entro il 2023 ed il divieto di collocare in discarica i rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata.
Nonostante ciò, uno sguardo al sistema francese d’oltralpe mostra un approccio al compostaggio di prossimità che si pone in parte diverso da quello italiano: più consolidato nel tempo, con una procedura semplificata, una responsabilità dei siti rimessa a dei singoli soggetti precisi, a seguito di una formazione certificata e due tipologie di compostaggio che si rivolgono a due gruppi specifici : il compostaggio condiviso (compostage partagé)per i cittadini e il compostaggio autonomo per le attività economiche produttrici di rifiuti (compostage autonome en établissement) .
Il risultato dell’analisi è la dimostrazione che oltre alle differenze nella mera regolamentazione, le divergenze risultano legate a fattori politici, economici e sociali a conferma che il raggiungimento degli alti obbiettivi legislativi di valorizzazione richiede un approccio pragmatico rispetto al finanziamento pubblico, alla sensibilizzazione e alla partecipazione della collettività.
Di seguito il rapporto della nostra socia Maria Vittoria Picker.